Il diario di Jane Somers
Il diario di Jane Somers
Doris Lessing
La trama
Doris Lessing, Il diario di Jane Somers (The diary of a good neighbour, Gran Bretagna, 1986), 1986, Feltrinelli Editore (collana Universale Economica, 1988 e seguenti)
Londra anni '80. Jane Somers (Janna) ha quarantanove anni e vive da sola. Bella ed elegante, è vicedirettrice di una rivista femminile e ha vissuto gran parte della sua vita assorbita dagli impegni professionali. Dopo la morte del marito e della madre, Jane decide di sperimentare un'attività di volontariato a favore degli anziani, ma con scarsa soddisfazione. Si imbatte in una vecchia signora, Madie e da questo incontro nasce una stretta amicizia. In un primo momento, il rapporto è paritario: Janna si occupa di Madie, mentre quest'ultima le racconta le vicende di una lunga vita passata. In seguito, però, Janna deve rivolgersi ai servizi sociali e in questa occasione stringe amicizia con l'assistente sociale che segue il caso di Madie. Con l'aggravarsi delle condizioni di salute dell'anziana signora, Janna deve convincerla a ricoverarsi in ospedale. La sua morte è per Janna un momento decisivo per la propria vita futura.
Il testo
" (…) Sulla via del ritorno ho fatto un salto da Maudie, e ci ho trovato Hermione Whithfield, esponente di quella che la vecchina chiama "Geriatria".
Ci siamo capite subito, è bastata un'occhiata: siamo molto simili, stesso stile, stessi vestiti, stessa immagine. Lei era seduta in poltrona, davanti a Maudie avvolta in tutti i suoi stracci neri. Si sporgeva in avanti, sorridente, accattivante, divertente.
"Ma, Mrs. Fowler, ci sono tante cose che potremmo fare per lei, se solo volesse col…". Ma ha lasciato cadere il "collaborare" e ha detto "…permettercelo".
"E lei chi è?" mi ha chiesto poi nello stesso tono accattivante, quasi scherzoso. Ma si è subito resa conto che non era il tono giusto e ha aggiunto, col piglio democratico e confidenziale della nostra categoria (non avevo mai pensato a tutte queste distinzioni fino a oggi) (…)"
p.40
" (…) Lei (Hermione, ndr) se ne stava seduta al suo posto, mi guardava di sottecchi, con la luce delle fiamme nei capelli. Una massa di capelli morbidi e dorati, tutti onde e riccioli. Lo so quanto costa quel disordine ordinato. La faccia rosa e morbida, con i grandi occhi azzurri, adorni di ombretti grigi e azzurri. Il golfino bianco morbidissimo, i pantaloni di pelle scamosciata grigia, gli stivali di pelle scamosciata blu…stavo pensando, o la Pubblica Assistenza paga molto meglio di quanto credessi, oppure questa donna ha una rendita personale."
p. 41
"(…) Nel frattempo lei (Hermione, ndr.) aveva meditato. "Mrs. Fowler," ha detto alzandosi, con un bel sorriso, irradiando disponibilità e luce, "molto bene, non andrà all'ospedale. Nemmeno a me piacciono gli ospedali. Ma posso mandarle un'infermiera tutte le mattine, e anche un Aiuto Domestico, e …"
"Non voglio niente di tutto questo," ha detto Maudie, la faccia girata dall'altra parte, affondando l'attizzatoio nel carbone con furia selvaggia. (…)
p. 41
"(…) (Hermione a Maudie, ndr.) "Bene, ma tenga presente che potrebbe avere tutte queste cose," ha detto la donna (Hermione, ndr.), e mi ha lanciato un'occhiata che mi invitava a seguirla (…)
(…) "Oh sì, ha esclamato lei (Hermione, ndr.), "come la capisco, alcune di queste vecchine sono cosìdeliziose, così…". Ma la sua faccia diceva che Maudie era tutt'altro che deliziosa, una vecchia bisbetica e insopportabile, piuttosto. (…)"
p.41
"Eravamo (Janna e Hermione, ndr.) in piedi in quell'orribile corridoio, con le pareti gialle e unte coperte di strati e strati di polvere di carbone, l'odore di gatto che veniva dalla cantina, la porta traballante e piena di crepe che portava al mondo esterno. Lei (Hermione, ndr.) aveva già la mano sul pomo.
"Ogni tanto vengo a trovare Mrs. Fowler," ho detto io, "e faccio quello che posso" (…)
Lei (Hermione) ha sospirato ancora. "Be', fortunatamente tra un po' la manderanno via di qui e le troveranno un'altra sistemazione".
"Che cosa? Ma lei non ne sa niente!" Nella mia voce c'era lo stesso panico che avrebbe espresso Maudie, se avesse potuto sentire.
"Certo che lo sa. Sono anni che si parla della ristrutturazione di questo posto."
"Ma appartiene a un greco o qualcosa del genere."
""Oh no, non credo proprio!" ha attaccato lei in tono deciso, poi l'ho vista esitare Sotto il braccio aveva una cartelletta gonfia. Ha appeso la borsetta alla maniglia, ha aperto la cartelletta. Una lista di case destinate alla demolizione o alla ristrutturazione (…)"
p. 42
" (…) (Janna, ndr.) Io ho detto, "Se riuscissi a convincerla, quali Servizi le spetterebbero di diritto?" (Hermione, ndr.)"Aiuto Domestico certamente. Ma ci abbiamo già provato e non ha funzionato. Una Buona Vicina, anche, ma non la vuole…". Mi ha lanciato un'occhiata rapida e dubbiosa, poi ha continuato. "Non le spettano i Pasti a Rotella, perché è in grado di prepararseli da sola e noi abbiamo tante richieste…""
p.42
(Janna su Hermione, ndr.) " (…) Sapevo già che si sbagliava, e mi chiedevo se avrebbe ammesso l'errore o avrebbe tentato di tergiversare. Se l'avesse ammesso, l'avrei promossa a pieni voti - perché quella era una disputa fra professioniste (…)
"Be', dovrò dare un'occhiata con più calma, " ha detto (Hermione, ndr.). E ho capito che non sarebbe più tornata sull'argomento, che avrebbe lasciato perdere. Oh, la conosco bene quell'espressione, quando qualcuno ha deciso dentro di sé di non far nulla, ma continua a ostentare un'aria di totale sicurezza e competenza! (…)"
p. 42
" (Janna, ndr.) (…)" Allora provvederà a mandare l'infermiera?"
(Hermione, ndr.)"Ma lei ha detto che non la vuole. Non possiamo mica obbligare la gente a fare a modo nostro. Devono collaborare!" (…)"
p. 43
"Ha superato con un balzo i gradini, è saltata dentro una Escort rossa, e mi ha salutato con una mano, mentre partiva. Contenta di essersi liberata di me. Un bel sorriso, e il suo corpo diceva, "Questi dilettanti, che noia!""
p.43
"(…) Ma ho conosciuto Vera Rogers. Per la strada,, stava parlando con le due vecchiette. Loro mi hanno chiamata, lei si è voltata, con un sorriso gentile e ansioso, ed è stata subito dall'altra parte della strada, davanti a me. (…) Ho detto: "Speravo tanto di incontrarla, un giorno o l'altro." Lei ha detto, "Sì, vorrei tanto parlare con lei di Mrs. Fowler" (…)
(…) È una ragazza piccola e sottile. Stavo quasi per scrivere: una taglia trentotto. (…)
(…) Occhi scuri e gentili. Smalto rosa sulle unghie, ma vecchio. Sì, naturalmente, questo dice qualcosa di lei: che lavora troppo. Vestiti graziosi, niente di eccitante, però. Ho capito subito chi era. Non ci sono stati convenevoli (…)"
p. 106
" (…) E lei (Vera, ndr.) ha detto, "Sì, vorrei tanto parlare con lei di Mrs. Fowler (Maudie, ndr.)" (…) Io ho detto, "Nel frattempo, la cosa che più le farebbe comodo sono i Pasti a Rotella." Lei ha detto, "Ma è ancora attiva, capisce, può muoversi, uscire, non avrebbe diritto…ma se lei pensa che…" (…) "Devo andare a casa adesso," ha detto (Vera, ndr.). "Farò il possibile per i Pasti a Rotella (…). Ma nel frattempo, se lei trovasse un minuto da dedicarmi, potremmo parlare (di Maudie, ndr.) un po' sul serio (…) ."
p.106-107
" (…) Ho incontrato parecchie volte Vera Rogers, e abbiamo parlato per la strada, e una volta per una frettolosa mezz'ora in un caffè. Chiacchierate stenografiche, perché nessuna delle due ha tempo da perdere. (…)"
p. 108
" (…) "Oh sì, è una donna meravigliosa (Maudie, ndr.), vero?" ha detto Vera, con calore. "Alcune di queste vecchiette, verrebbe voglia di strangolarle. Quando ho cominciato a fare questo lavoro, mi sentivo sempre in colpa, pensavo che fosse mio dovere trovarle tutte simpatiche. E invece, dopo un'ora passata con qualche vecchia testarda senza riuscire ad arrivare da nessuna parte, mi ritrovavo a pensare, Dio mio, uno di questi giorni le do una botta in testa, lo giuro." (…)"
p. 108
" (…) (Janna a Maudie su Vera, ndr.) "Vera Rogers non deve occuparsi di una sola persona, le capita di averne anche dieci e più in un solo giorno, e poi passa ore al telefono a organizzare tutto (…)"
p. 109
" (…) L'ho vista, Vera Rogers, volare sul marciapiede tra un "caso" e l'altro, le braccia piene di pratiche e incartamenti, preoccupata, aggrondata, afflitta, e poi l'ho vista con uno dei suoi "casi", serena, sorridente, attenta, disponibile, come se non avesse altro da fare al mondo … e così è stata con me (Janna, ndr.), almeno durante quella prima visita (…)"
p. 135
" (…) "Non so, non posso dirlo, non sono un medico. Ma è così magra, tutta ossa. E a volte ha un colorito così giallo. Devo mandarle il dottore. (…)"
p.135
"(…) "Le dispiace se le dico una cosa?" ha detto lei (Hermione, ndr.) allora, efficiente, ma non priva di simpatia umana. "Nel nostro lavoro capita spesso di imbattersi in persone piene di buona volontà che rendono le cose assai più difficili del necessario, senza volerlo." (…) Un altro silenzio. Evidentemente si sentiva obbligata a prendere in considerazione le mie osservazioni e a trarne le dovute conclusioni, come le avevano insegnato durante il tirocinio (…)"
p.144-145
" (…) Vera ha detto, Nome, indirizzo, età, condizione. Sì, sapeva di Mrs. Bates, che abitava al piano di sotto, ma Annie Reeves aveva sempre rifiutato ogni aiuto (…) Ho dato appuntamento a Vera sul posto (…)"
p. 145
"(…) (Hermione a Janna, ndr.) "Quello che voglio dire, precisamente, è che spesso capita che qualcuno si interessi genuinamente a un caso geria… a una persona anziana, per motivi suoi egoistici, per risolvere un problema che in realtà è suo.""
p. 145
" (…) Io e Vera ci siamo messe al lavoro (…) Nel frattempo, Vera aveva comperato coperte, lenzuola, cuscini, asciugamani (…) Io e Vera abbiamo trascinato il materasso fino alla mia macchina, l'abbiamo issato sul tetto e l'abbiamo portato allo scarico municipale (…)"
p. 146-147
"(…) (Vera racconta, ndr.) In ufficio c'è uno spirito che non c'è mai stato, una brutta atmosfera d'ira, di invidia, che rende inevitabile un atteggiamento critico generalizzato, un bisogno di diminuire chiunque non si allinei con le posizioni del gruppo; e anche di criticare e condannare chiunque, all'interno del gruppo stesso, osi, anche temporaneamente, mostrarsi in disaccordo (…)"
p. 162
" (…) (Vera) "In queste riunioni non si parla di niente, di niente, Janna, credimi, ti prego, chiunque con un po' di buon senso potrebbe risolvere i problemi all'ordine del giorno in pochi minuti, con poche parole. Ci sono tutte queste riunioni, solo perché loro adorano le riunioni, le riunioni sono il loro passatempo (…)"
p. 162
La messa in scena
La cornice
Il testo
Janna incontra Hermione
"Sulla via del ritorno ho fatto un salto da Maudie, e ci ho trovato Hermione Whithfield, esponente di quella che la vecchina chiama "Geriatria".
Ci siamo capite subito, è bastata un'occhiata: siamo molto simili, stesso stile, stessi vestiti, stessa immagine. Lei era seduta in poltrona, davanti a Maudie avvolta in tutti i suoi stracci neri. Si sporgeva in avanti, sorridente, accattivante, divertente.
"Ma, Mrs. Fowler, ci sono tante cose che potremmo fare per lei, se solo volesse col…" Ma ha lasciato cadere il 'collaborare' e ha detto 'permettercelo'.""
p.40
"(…) Nel frattempo lei (Hermione, ndr.) aveva meditato. "Mrs. Fowler," ha detto alzandosi, con un bel sorriso, irradiando disponibilità e luce, "molto bene, non andrà all'ospedale. Nemmeno a me piacciono gli ospedali. Ma posso mandarle un'infermiera tutte le mattine, e anche un Aiuto Domestico, e …"
"Non voglio niente di tutto questo," ha detto Maudie, la faccia girata dall'altra parte, affondando l'attizzatoio nel carbone con furia selvaggia. (…)
(…) "Oh sì," ha esclamato lei, "come la capisco, alcune di queste vecchine sono così deliziose, così …" Ma la sua faccia diceva che Maudie era tutt'altro che deliziosa, una vecchia bisbetica e insopportabile, piuttosto"
p.41
Janna incontra Vera
"(…) Ma ho conosciuto Vera Rogers. Per la strada,, stava parlando con le due vecchiette. Loro mi hanno chiamata, lei si è voltata, con un sorriso gentile e ansioso, ed è stata subito dall'altra parte della strada, davanti a me. (…) Ho detto: "Speravo tanto di incontrarla, un giorno o l'altro." Lei ha detto, "Sì, vorrei tanto parlare con lei di Mrs. Fowler""
p. 106
"(…) "Devo andare a casa adesso," ha detto (Vera, ndr.). "Farò il possibile per i Pasti a Rotella. Ma nel frattempo, se lei trovasse un minuto da dedicarmi, potremmo parlare (di Maudie, ndr.) un po' sul serio (…) .""
p.107
" (…) L'ho vista, Vera Rogers, volare sul marciapiede tra un 'caso' e l'altro (…) come se non avesse altro da fare al mondo… (…)"
p.135
L'analisi
Nel testo le assistenti sociali sono due: Vera Rogers e Hermione Whitefield, dipendenti della Pubblica Assistenza britannica. Entrambe coprono ruoli secondari, anche se significativi nella vicenda. Alla prima è dedicato uno spazio abbastanza rilevante. Le situazioni narrative in cui è coinvolta la figura dell'assistente sociale, la rappresentano spesso in relazione con Maudie, l'utente, (o con altre donne anziane) e con Janna, l'amica di Maudie, nonché io narrante prevalente, in un dialogo a tre in cui l'assistente sociale è immersa nella propria pratica professionale. Spazio equivalente, quando non prevalente viene destinato alla relazione che le due assistenti sociali hanno con Janna, la protagonista della narrazione, attraverso il cui sguardo, e attraverso la scrittura del diario, sono filtrate tutte le descrizioni. I personaggi in gioco sono tutti sullo stesso piano, se si eccettua il vantaggio di chi scrive il diario e osserva al microscopio gli altri attori; ma in questa prima presentazione delle due professioniste, l'elemento più evidente è l'interazione complessa con l'utente. Il rapporto fra Hermione e Maudie è difficilissimo; abbastanza conflittuale quello fra Maudie e Vera. L'intervento di Janna, che compie un lavoro di cura al di fuori dell'istituzione (è amica di Maudie e si occupa di lei disinteressatamente), ha risultati più efficaci. In sintonia con l'approccio umano e professionale di Vera Rogers, Janna stringe con quest'ultima un rapporto di amicizia, mentre le due figure delle operatrici si delineano come due facce molto diverse della professione sociale.
Come appare
Il testo
Hermione
" (…) Sulla via del ritorno ho fatto un salto da Maudie, e ci ho trovato Hermione Whithfield, esponente di quella che la vecchina chiama "Geriatria".
Ci siamo capite subito, è bastata un'occhiata: siamo molto simili, stesso stile, stessi vestiti, stessa immagine. Lei era seduta in poltrona, davanti a Maudie avvolta in tutti i suoi stracci neri. Si sporgeva in avanti, sorridente, accattivante, divertente (…)"
p.40
" (…) "E lei chi è?" mi ha chiesto (Hermione a Janna, ndr.) poi nello tono accattivante, quasi scherzoso. Ma si è subito resa conto che non era il tono giusto e ha aggiunto, col piglio democratico e confidenziale della nostra categoria (…)"
p. 40
" (…) Lei (Hermione, ndr) se ne stava seduta al suo posto, mi guardava di sottecchi, con la luce delle fiamme nei capelli. Una massa di capelli morbidi e dorati, tutti onde e riccioli. Lo so quanto costa quel disordine ordinato. La faccia rosa e morbida, con i grandi occhi azzurri, adorni di ombretti grigi e azzurri. Il golfino bianco morbidissimo, i pantaloni di pelle scamosciata grigia, gli stivali di pelle scamosciata blu…stavo pensando, o la Pubblica Assistenza paga molto meglio di quanto credessi, oppure questa donna ha una rendita personale."
p. 41
"Ha superato con un balzo i gradini, è saltata dentro una Escort rossa, e mi ha salutato con una mano, mentre partiva. Contenta di essersi liberata di me. Un bel sorriso, e il suo corpo diceva, "Questi dilettanti, che noia!""
p.43
"(…) "Le dispiace se le dico una cosa?" ha detto lei (Hermione, ndr.) allora, efficiente, ma non priva di simpatia umana. "Nel nostro lavoro capita spesso di imbattersi in persone piene di buona volontà che rendono le cose assai più difficili del necessario, senza volerlo." (…) Un altro silenzio. Evidentemente si sentiva obbligata a prendere in considerazione le mie osservazioni e a trarne le dovute conclusioni, come le avevano insegnato durante il tirocinio (…)"
p.144-145
Vera
"(…) Ma ho conosciuto Vera Rogers. Per la strada,, stava parlando con le due vecchiette. Loro mi hanno chiamata, lei si è voltata, con un sorriso gentile e ansioso, ed è stata subito dall'altra parte della strada, davanti a me. (…) Ho detto: "Speravo tanto di incontrarla, un giorno o l'altro." Lei ha detto, "Sì, vorrei tanto parlare con lei di Mrs. Fowler" (…)
(…) È una ragazza piccola e sottile. Stavo quasi per scrivere: una taglia trentotto. (…) Occhi scuri e gentili. Smalto rosa sulle unghie, ma vecchio. Sì, naturalmente, questo dice qualcosa di lei: che lavora troppo. Vestiti graziosi, niente di eccitante, però (…)"
p. 106
" (…) "Oh sì, è una donna meravigliosa (Maudie, ndr.), vero?" ha detto Vera, con calore. "Alcune di queste vecchiette, verrebbe voglia di strangolarle. Quando ho cominciato a fare questo lavoro, mi sentivo sempre in colpa, pensavo che fosse mio dovere trovarle tutte simpatiche. E invece, dopo un'ora passata con qualche vecchia testarda senza riuscire ad arrivare da nessuna parte, mi ritrovavo a pensare, Dio mio, uno di questi giorni le do una botta in testa, lo giuro." (…)"
p. 108
" (…) L'ho vista, Vera Rogers, volare sul marciapiede tra un "caso" e l'altro, le braccia piene di pratiche e incartamenti, preoccupata, aggrondata, afflitta, e poi l'ho vista con uno dei suoi "casi", serena, sorridente, attenta, disponibile, come se non avesse altro da fare al mondo … e così è stata con me, almeno durante quella prima visita (…)"
p. 135
" (…) (Vera) "In queste riunioni non si parla di niente, di niente, Janna, credimi, ti prego, chiunque con un po' di buon senso potrebbe risolvere i problemi all'ordine del giorno in pochi minuti, con poche parole. Ci sono tutte queste riunioni, solo perché loro adorano le riunioni, le riunioni sono il loro passatempo (…)"
p. 162
L'analisi
Hermione Whitfield
Presentato dal punto di vista della protagonista ha una funzione utile perché compensa la carenza di "Persone Giuste" (cioè realmente responsabili di ciò che fanno); ciononostante restano "periferiche" nella risoluzione dei problemi. Hermione compare esclusivamente nello svolgimento del compito professionale durante la visita domiciliare a Maudie, in una breve riflessione di Janna, durante una telefonata in cui quest'ultima le segnala un 'caso' che la Pubblica Assistenza dovrebbe seguire. La figura che si delinea è quella di una donna fra i trenta e i quaranta anni, di estrazione medio borghese, elegante e con una puntigliosa cura della propria persona. È un'operatrice specializzata al servizio della Pubblica Assistenza. La narratrice mette in luce, attraverso una profusione di dettagli, l'accuratezza degli abbinamenti nell'abbigliamento, la qualità degli oggetti che le appartengono, i modi di avvicinarsi agli altri, differenziati a seconda della classe sociale di appartenenza; la scioltezza e la disinvoltura, ma anche l'affettazione. Nonostante il ruolo professionale, sembra che per Hermione le differenze di classe debbano essere rispettate; nella professione è attiva, capace, ma offre l'impressione al lettore (attraverso lo sguardo di Janna) di non essere particolarmente motivata. Davanti a richieste che non possono essere esaudite, tergiversa, evita l'argomento, ostenta competenze che non servono. Dimostra diffidenza verso la cooperazione fra professionisti e cittadini privati (in questo caso fra Pubblica Assistenza e Janna).
Vera Rogers
All'interno dei servizi sociali, Vera è, secondo Janna, la "Persona giusta", l'assistente sociale che unisce capacità professionali e qualità personali, competenza tecnica, flessibilità e disponibilità. Anche Vera come Hermione è per lo più descritta da Janna, anche se le sono riservati spazi di autorappresentazione in cui racconta di sé. Agli occhi di Janna, Vera sembra "una ragazza". Da altri particolari la donna potrebbe avere circa trent'anni. Appartiene alla piccola borghesia, nonché al welfare britannico della fine degli anni '70. Indossa abiti semplici e poco costosi, di stile impersonale. Spesso va in giro con gli abiti stropicciati, segno che il lavoro non le lascia il tempo di curare la propria persona. Janna lascia intendere che l'indole di Vera è cordiale, aperta e coscienziosa; è una donna di intelligenza pronta, dotata di senso dell'umorismo, anche se pervasa da un'ansia perenne. Sente il dovere di "curare" e "coccolare" anche gli amici in quella che è fatta intuire come una sorta di deformazione professionale. Vera ama la sua professione, da cui ricava molte gratificazioni, anche se non le vengono risparmiate le amarezze. Verso i colleghi ha un atteggiamento di fastidio e disapprovazione, in primo luogo perché, secondo lei, preferiscono, trascorrere il proprio tempo in riunioni invece che con gli assistiti e poi perché si frequentano molto dopo l'orario di ufficio.
Che cosa fa
Il testo
Hermione
" (…) Sulla via del ritorno ho fatto un salto da Maudie, e ci ho trovato Hermione Whithfield, esponente di quella che la vecchina chiama "Geriatria"."
p. 40
"(…) Nel frattempo lei (Hermione, ndr.) aveva meditato. "Mrs. Fowler," ha detto alzandosi, con un bel sorriso, irradiando disponibilità e luce, "molto bene, non andrà all'ospedale. Nemmeno a me piacciono gli ospedali. Ma posso mandarle un'infermiera tutte le mattine, e anche un Aiuto Domestico, e …" (…)"
p. 41
" (…) (Janna, ndr.) Io ho detto, "Se riuscissi a convincerla, quali Servizi le spetterebbero di diritto?" (Hermione, ndr.)"Aiuto Domestico certamente. Ma ci abbiamo già provato e non ha funzionato. Una Buona Vicina, anche, ma non la vuole…". Mi ha lanciato un'occhiata rapida e dubbiosa, poi ha continuato. "Non le spettano i Pasti a Rotella, perché è in grado di prepararseli da sola e noi abbiamo tante richieste…""
p.42
Vera
" (…) E lei (Vera, ndr.) ha detto, "Sì, vorrei tanto parlare con lei di Mrs. Fowler (Maudie, ndr.)" (…) Io ho detto, "Nel frattempo, la cosa che più le farebbe comodo sono i Pasti a Rotella." Lei ha detto, "Ma è ancora attiva, capisce, può muoversi, uscire, non avrebbe diritto…ma se lei pensa che…" (…) "Devo andare a casa adesso," ha detto (Vera, ndr.). "Farò il possibile per i Pasti a Rotella (…)"
p.106-107
" (…) (Janna a Maudie su Vera, ndr.) "Vera Rogers non deve occuparsi di una sola persona, le capita di averne anche dieci e più in un solo giorno, e poi passa ore al telefono a organizzare tutto (…)"
p. 109
" (…) Io e Vera ci siamo messe al lavoro (…) Nel frattempo, Vera aveva comperato coperte, lenzuola, cuscini, asciugamani (…) Io e Vera abbiamo trascinato il materasso fino alla mia macchina, l'abbiamo issato sul tetto e l'abbiamo portato allo scarico municipale (…)"
p. 146-147
L'analisi
Hermione Whitfield
Si può ipotizzare che Hermione lavori presso un servizio socio-sanitario specialistico della Pubblica Assistenza, come funzionario di grado elevato. Interviene per contattare gli utenti e rilevarne i bisogni e poi coordina e organizza interventi di secondo livello: Aiuto Domestico (assistenza domiciliare); Pasti a Rotella (a domicilio); l'affiancamento delle Buone Vicine (forma di aiuto domiciliare retribuito in maniera simbolica). Inoltre coordina l'intervento di personale infermieristico. Riferisce di organizzare "Incontri di gruppo", forse incontri aperti a persone interessate all'assistenza agli anziani, come le Buone Vicine, oppure riunioni di gruppi di self help.
Vera Rogers
Vera è assistente sociale presso la Pubblica Assistenza. Non viene specificato il tipo di servizio, se sia cioè specialistico per anziani o se gli assistenti sociali debbano occuparsi di tutto o ancora, se ai singoli operatori siano attribuite categorie specifiche di utenti. Sembra trattarsi di un servizio di quartiere. Vera effettua interventi di primo livello - contatta gli utenti e si informa sui loro bisogni - e attiva le risorse specifiche - servizio di assistenza domiciliare, pasti a domicilio -. In alcune situazioni interviene materialmente in prima persona (ultimo frammento che riguarda lo sgombero e la pulizia nell'alloggio di un'anziana ricoverata).
Che cosa dice
Il testo
Hermione
" (…) "Ma, Mrs. Fowler, ci sono tante cose che potremmo fare per lei, se solo volesse col…" Ma ha lasciato cadere il 'collaborare' e ha detto 'permettercelo'.""
p.40
" (…) Nel frattempo lei (Hermione, ndr.) aveva meditato. "Mrs. Fowler," ha detto alzandosi, con un bel sorriso, irradiando disponibilità e luce, "molto bene, non andrà all'ospedale. Nemmeno a me piacciono gli ospedali. Ma posso mandarle un'infermiera tutte le mattine, e anche un Aiuto Domestico, e …""
p.41
" (Janna, ndr.) (…)" Allora provvederà a mandare l'infermiera?"
(Hermione, ndr.)"Ma lei ha detto che non la vuole. Non possiamo mica obbligare la gente a fare a modo nostro. Devono collaborare!" (…)"
p. 43
"(…) (Hermione a Janna, ndr.) "Quello che voglio dire, precisamente, è che spesso capita che qualcuno si interessi genuinamente a un caso geria… a una persona anziana, per motivi suoi egoistici, per risolvere un problema che in realtà è suo.""
p. 145
Vera
" (…) E lei (Vera, ndr.) ha detto, "Sì, vorrei tanto parlare con lei di Mrs. Fowler (Maudie, ndr.)" (…) Io ho detto, "Nel frattempo, la cosa che più le farebbe comodo sono i Pasti a Rotella." Lei ha detto, "Ma è ancora attiva, capisce, può muoversi, uscire, non avrebbe diritto…ma se lei pensa che…" (…) "Devo andare a casa adesso," ha detto (Vera, ndr.). "Farò il possibile per i Pasti a Rotella (…)"
p.106-107
" (…) "Oh sì, è una donna meravigliosa (Maudie, ndr.), vero?" ha detto Vera, con calore. "Alcune di queste vecchiette, verrebbe voglia di strangolarle. Quando ho cominciato a fare questo lavoro, mi sentivo sempre in colpa, pensavo che fosse mio dovere trovarle tutte simpatiche. E invece, dopo un'ora passata con qualche vecchia testarda senza riuscire ad arrivare da nessuna parte, mi ritrovavo a pensare, Dio mio, uno di questi giorni le do una botta in testa, lo giuro." (…)"
p. 108
" (…) "Non so, non posso dirlo, non sono un medico. Ma è così magra, tutta ossa. E a volte ha un colorito così giallo. Devo mandarle il dottore. (…)"
p.135
L'analisi
Hermione
Le conversazioni dell'assistente sociale sono riportate sempre nella forma del discorso diretto. Con questa strategia l'autrice permette al lettore di ricevere il contenuto dei dialoghi apparentemente senza il filtro del narratore interno al testo. Gli interlocutori di Hermione sono Maudie Fowler, l'anziana signora di cui si occupa, e Janna. L'impressione che se ne ricava è di grande efficienza - linguaggio preciso, pragmatico, anche se rivestito di una poco convincente condiscendenza - e di consapevolezza del ruolo. Hermione adotta registri differenti a seconda dell'interlocutore: con l'utente il tono è "accattivante, quasi scherzoso", con Janna è "confidenziale". Nel discorrere con gli altri personaggi utilizza il linguaggio tecnico professionale, anche se cerca di correggersi ( "caso geria…", sostituito prontamente con "persona anziana"; richiesta di "collaborare" con "permetterci di aiutarla").
Vera
Anche il "dire" di Vera si riferisce quasi esclusivamente alla sfera professionale. L'autrice riporta dialoghi e riflessioni del personaggio attraverso il discorso diretto, perché si verifichi l'interazione diretta col lettore. È come se l'attenzione si focalizzasse così solo sull'assistente sociale senza la necessità di filtrarne le azioni attraverso l'occhio del narratore interno alla vicenda. L'interlocutrice principale di Vera è Janna. Attraverso i loro colloqui, il lettore viene a conoscenza del suo atteggiamento nei confronti dell'utenza. Il suo eloquio è concreto, va dritto al punto. Solo nel caso di notizie di una certa gravità, cambia il tono. Tratta con calore i temi che le sono più cari. Pone domande con delicatezza. Non utilizza il linguaggio tecnico professionale.
Dov'è
Il testo
Hermione
" (…) Sulla via del ritorno ho fatto un salto da Maudie, e ci ho trovato Hermione Whithfield, esponente di quella che la vecchina chiama "Geriatria".
Ci siamo capite subito, è bastata un'occhiata: siamo molto simili, stesso stile, stessi vestiti, stessa immagine. Lei era seduta in poltrona, davanti a Maudie avvolta in tutti i suoi stracci neri. Si sporgeva in avanti, sorridente, accattivante, divertente (…)"
p.40
"Eravamo in piedi in quell'orribile corridoio, con le pareti gialle e unte coperte di strati e strati di polvere di carbone, l'odore di gatto che veniva dalla cantina, la porta traballante e piena di crepe che portava al mondo esterno. Lei (Hermione, ndr.) aveva già la mano sul pomo (…)"
p. 42
Vera
"(…) Ma ho conosciuto Vera Rogers. Per la strada,, stava parlando con le due vecchiette. Loro mi hanno chiamata, lei si è voltata, con un sorriso gentile e ansioso, ed è stata subito dall'altra parte della strada, davanti a me. (…) Ho detto: "Speravo tanto di incontrarla, un giorno o l'altro." Lei ha detto, "Sì, vorrei tanto parlare con lei di Mrs. Fowler" (…)"
p. 106
" (…) L'ho vista, Vera Rogers, volare sul marciapiede tra un "caso e l'altro, le braccia piene di pratiche e incartamenti, preoccupata, aggrondata, afflitta (…)"
p. 135
" (…) Vera ha detto, Nome, indirizzo, età, condizione. Sì, sapeva di Mrs. Bates, che abitava al piano di sotto, ma Annie Reeves aveva sempre rifiutato ogni aiuto (…) Ho dato appuntamento a Vera sul posto (…)"
p. 145
"(…) (Vera racconta, ndr.) In ufficio c'è uno spirito che non c'è mai stato, una brutta atmosfera d'ira, di invidia, che rende inevitabile un atteggiamento critico generalizzato, un bisogno di diminuire chiunque non si allinei con le posizioni del gruppo; e anche di criticare e condannare chiunque, all'interno del gruppo stesso, osi, anche temporaneamente, mostrarsi in disaccordo (…)"
p. 162
L'analisi
Hermione
Hermione ha un ufficio, cui fa talvolta riferimento, ma che non viene mai descritto. Lavora anche all'esterno. Visita i propri utenti nelle loro case per i colloqui. Risulta netta la differenza fra la sua figura e l'ambiente in cui lavora, differenza che secondo il punto di vista della narratrice rispecchia la distanza fra l'operatrice e l'utenza.
Vera
Vera ha un ufficio di riferimento, che divide con un "aiutante" e nel quale si svolgono le riunioni con i colleghi, ma non viene mai descritto. Il lettore la vede svolgere la maggior parte della propria attività all'esterno del Servizio. Si deduce che operi visite a domicilio per l'utenza, ma nella narrazione questo tipo di situazione non viene mai descritta, fatta eccezione per il momento in cui, insieme a Janna, si occupa dello sgombero e delle pulizie dell'appartamento di un'anziana ricoverata. L'operatrice è colta più spesso per strada, trafelata e preoccupata nel dividersi tra un caso e l'altro. È la strada il suo ambiente di lavoro, il territorio; i luoghi di vita dell'utenza, nei quali la donna sembra trovarsi perfettamente a proprio agio.
I gesti chiave
Il testo
Hermione
"Eravamo (Janna e Hermione, ndr.) in piedi in quell'orribile corridoio, con le pareti gialle e unte coperte di strati e strati di polvere di carbone, l'odore di gatto che veniva dalla cantina, la porta traballante e piena di crepe che portava al mondo esterno. Lei (Hermione, ndr.) aveva già la mano sul pomo.
"Ogni tanto vengo a trovare Mrs. Fowler," ho detto io, "e faccio quello che posso" (…)
Lei (Hermione) ha sospirato ancora. "Be', fortunatamente tra un po' la manderanno via di qui e le troveranno un'altra sistemazione".
"Che cosa? Ma lei non ne sa niente!" Nella mia voce c'era lo stesso panico che avrebbe espresso Maudie, se avesse potuto sentire.
"Certo che lo sa. Sono anni che si parla della ristrutturazione di questo posto."
"Ma appartiene a un greco o qualcosa del genere."
""Oh no, non credo proprio!" ha attaccato lei in tono deciso, poi l'ho vista esitare Sotto il braccio aveva una cartelletta gonfia. Ha appeso la borsetta alla maniglia, ha aperto la cartelletta. Una lista di case destinate alla demolizione o alla ristrutturazione (…)"
p. 42
Vera
" (…) Ho incontrato parecchie volte Vera Rogers, e abbiamo parlato per la strada, e una volta per una frettolosa mezz'ora in un caffè. Chiacchierate stenografiche, perché nessuna delle due ha tempo da perdere. (…)"
p. 108
" (…) L'ho vista, Vera Rogers, volare sul marciapiede tra un "caso" e l'altro, le braccia piene di pratiche e incartamenti, preoccupata, aggrondata, afflitta, e poi l'ho vista con uno dei suoi "casi", serena, sorridente, attenta, disponibile, come se non avesse altro da fare al mondo … e così è stata con me (Janna, ndr.), almeno durante quella prima visita (…)"
p. 135
L'analisi
Hermione
La fretta di andare via, come se il tempo di questo "caso" fosse scaduto; gli oggetti del proprio lavoro: cartelle con documenti non specificati, liste di case destinate alla demolizione. Fra questi due elementi si polarizza la raffigurazione ambivalente di Hermione: nell'ambiente di vita dell'utente, con la quale ha avuto un colloquio, con la quale ha tentato un avvicinamento, supportata da cartelline piene di documentazione, ma al tempo stesso di passaggio, sulla soglia di casa, trattenuta controvoglia.
Vera
Molto lavoro e la centralità dell'utente nella professione. Questa la cifra che cristallizza il modo di Vera di occuparsi degli altri, di essere assistente sociale. La donna, sempre in strada, "vola" per affrontare il maggior numero possibile di casi. La fretta è qui quella di chi non vuole perdere tempo e si intende solo con chi ha la sua stessa idea di come gestire il tempo. L'operatrice alterna il suo umore fra preoccupazione e serenità a seconda che lavori per gli utenti o con gli utenti. La documentazione qui è elemento distintivo della professione, un peso ulteriore, un po' inutile anche rispetto alla concretezza delle azioni in cui l'assistente sociale è impegnata.
Chi ne parla e come
Il testo
Hermione
" (…) Lei (Hermione, ndr) se ne stava seduta al suo posto, mi guardava di sottecchi, con la luce delle fiamme nei capelli. Una massa di capelli morbidi e dorati, tutti onde e riccioli. Lo so quanto costa quel disordine ordinato. La faccia rosa e morbida, con i grandi occhi azzurri, adorni di ombretti grigi e azzurri. Il golfino bianco morbidissimo, i pantaloni di pelle scamosciata grigia, gli stivali di pelle scamosciata blu…stavo pensando, o la Pubblica Assistenza paga molto meglio di quanto credessi, oppure questa donna ha una rendita personale."
p. 41
(Janna su Hermione, ndr.) " (…) Sapevo già che si sbagliava, e mi chiedevo se avrebbe ammesso l'errore o avrebbe tentato di tergiversare. Se l'avesse ammesso, l'avrei promossa a pieni voti - perché quella era una disputa fra professioniste (…)
"Be', dovrò dare un'occhiata con più calma, " ha detto (Hermione, ndr.). E ho capito che non sarebbe più tornata sull'argomento, che avrebbe lasciato perdere. Oh, la conosco bene quell'espressione, quando qualcuno ha deciso dentro di sé di non far nulla, ma continua a ostentare un'aria di totale sicurezza e competenza! (…)"
p. 42
" (…) Un altro silenzio. Evidentemente si sentiva obbligata a prendere in considerazione le mie osservazioni e a trarne le dovute conclusioni, come le avevano insegnato durante il tirocinio (…)"
p. 145
Vera
(…) È una ragazza piccola e sottile. Stavo quasi per scrivere: una taglia trentotto. (…) Occhi scuri e gentili. Smalto rosa sulle unghie, ma vecchio. Sì, naturalmente, questo dice qualcosa di lei: che lavora troppo. Vestiti graziosi, niente di eccitante, però (…)"
p. 106
" (…) L'ho vista, Vera Rogers, volare sul marciapiede tra un "caso" e l'altro, le braccia piene di pratiche e incartamenti, preoccupata, aggrondata, afflitta, e poi l'ho vista con uno dei suoi "casi", serena, sorridente, attenta, disponibile, come se non avesse altro da fare al mondo … e così è stata con me, almeno durante quella prima visita (…)"
p. 135
" (…) (Janna a Maudie su Vera, ndr.) "Vera Rogers non deve occuparsi di una sola persona, le capita di averne anche dieci e più in un solo giorno, e poi passa ore al telefono a organizzare tutto (…)"
p. 109
L'analisi
Hermione Whitfield e Vera Rogers sono due dei personaggi di cui si parla nel diario di Janna, protagonista, da un lato delle vicende che ruotano intorno all'assistenza di una anziana signora; e dall'altro narratore del romanzo attraverso la notazione degli eventi. Per questa ragione si verifica spesso un intreccio fra il punto di vista del personaggio interno alla narrazione, che è per lo più presente attraverso dialoghi riportati nella forma di discorso diretto; e punto di vista del narratore, esterno agli eventi dai quali prende apparentemente le distanze nel momento concreto della scrittura. Lo sguardo del diario è chiaramente quello prevalente ed è volontariamente quello a cui l'autore chiede di aderire. Le due operatrici sono la personificazione di due approcci al lavoro sociale diversi: Jane Somers li racconta, ma vuole anche comunicare con quale dei due concorda, quale dei due appartiene alle corde della propria sensibilità. Per fare questo estende la descrizione di fisica di Hermione, dilungandosi nei dettagli che riguardano l'attenzione per la cura personale, il trucco accurato, l'eleganza degli abiti, di fatto l'estraneità, per censo innanzitutto e quindi per abito mentale, dalle persone di cui la professione le impone di occuparsi. Janna dice a se stessa e al lettore che l'eccessiva cura di sé conduce alla troppa sicurezza di sé, all'autocompiacimento e alla scarsa capacità di ascolto, di rimettere in discussione anche le solide competenze conquistate con gli studi e l'esperienza. Vera Rogers rappresenta evidentemente l'altra faccia della medaglia. Non c'è niente di eccezionalmente vistoso in lei: non è particolarmente attraente ("occhi scuri e gentili"), non è particolarmente curata ("smalto rosa sulle unghie, ma vecchio", "vestiti graziosi, niente di eccitante, però (…)". In quanto persona, Vera Rogers passa inosservata; in relazione alla professione, invece, l'elenco di aggettivi che ne qualificano l'atteggiamento non hanno contrapposizioni. Janna ne sciorina l'elenco senza alcuna esitazione: se gli abiti sono "graziosi, però…", lo smalto sulle unghie "c'è, ma…", con l'utenza è "serena, sorridente, attenta, disponibile". In realtà, Jane Somers non sente la necessità di mostrare l'operatrice a colloquio con gli utenti. La racconta attraverso la propria relazione con Vera, negli spazi professionali del territorio, nell'atto di attivare risorse per gli utenti. Incartamenti, riunioni di équipe sembrano essere per Vera - con un principio assolutamente condiviso da Janna -complicazioni superflue per una professione che ha nella capacità di coinvolgimento e nell'ascolto dei bisogni dell'altro il requisiti fondamentali.
Da che parte sta
Il testo
Hermione
" (…) Sulla via del ritorno ho fatto un salto da Maudie, e ci ho trovato Hermione Whithfield, esponente di quella che la vecchina chiama "Geriatria".
Ci siamo capite subito, è bastata un'occhiata: siamo molto simili, stesso stile, stessi vestiti, stessa immagine. Lei era seduta in poltrona, davanti a Maudie avvolta in tutti i suoi stracci neri. Si sporgeva in avanti, sorridente, accattivante, divertente.
"Ma, Mrs. Fowler, ci sono tante cose che potremmo fare per lei, se solo volesse col…". Ma ha lasciato cadere il "collaborare" e ha detto "…permettercelo".
"E lei chi è?" mi ha chiesto poi nello stesso tono accattivante, quasi scherzoso. Ma si è subito resa conto che non era il tono giusto e ha aggiunto, col piglio democratico e confidenziale della nostra categoria (non avevo mai pensato a tutte queste distinzioni fino a oggi) (…)"
p.40
" (…) Lei (Hermione, ndr) se ne stava seduta al suo posto, mi guardava di sottecchi, con la luce delle fiamme nei capelli. Una massa di capelli morbidi e dorati, tutti onde e riccioli. Lo so quanto costa quel disordine ordinato. La faccia rosa e morbida, con i grandi occhi azzurri, adorni di ombretti grigi e azzurri. Il golfino bianco morbidissimo, i pantaloni di pelle scamosciata grigia, gli stivali di pelle scamosciata blu…stavo pensando, o la Pubblica Assistenza paga molto meglio di quanto credessi, oppure questa donna ha una rendita personale."
p. 41
"(…) (Hermione a Maudie, ndr.) "Bene, ma tenga presente che potrebbe avere tutte queste cose," ha detto la donna (Hermione, ndr.), e mi ha lanciato un'occhiata che mi invitava a seguirla (…)
(…) "Oh sì, ha esclamato lei (Hermione, ndr.), "come la capisco, alcune di queste vecchine sono cosìdeliziose, così…". Ma la sua faccia diceva che Maudie era tutt'altro che deliziosa, una vecchia bisbetica e insopportabile, piuttosto. (…)"
p.41
(Janna su Hermione, ndr.) " (…) Sapevo già che si sbagliava, e mi chiedevo se avrebbe ammesso l'errore o avrebbe tentato di tergiversare. Se l'avesse ammesso, l'avrei promossa a pieni voti - perché quella era una disputa fra professioniste (…)
"Be', dovrò dare un'occhiata con più calma, " ha detto (Hermione, ndr.). E ho capito che non sarebbe più tornata sull'argomento, che avrebbe lasciato perdere. Oh, la conosco bene quell'espressione, quando qualcuno ha deciso dentro di sé di non far nulla, ma continua a ostentare un'aria di totale sicurezza e competenza! (…)"
p. 42
Vera
"(…) Ma ho conosciuto Vera Rogers. Per la strada,, stava parlando con le due vecchiette. Loro mi hanno chiamata, lei si è voltata, con un sorriso gentile e ansioso, ed è stata subito dall'altra parte della strada, davanti a me. (…) Ho detto: "Speravo tanto di incontrarla, un giorno o l'altro." Lei ha detto, "Sì, vorrei tanto parlare con lei di Mrs. Fowler" (…)
(…) È una ragazza piccola e sottile. Stavo quasi per scrivere: una taglia trentotto. (…)
(…) Occhi scuri e gentili. Smalto rosa sulle unghie, ma vecchio. Sì, naturalmente, questo dice qualcosa di lei: che lavora troppo. Vestiti graziosi, niente di eccitante, però. Ho capito subito chi era. Non ci sono stati convenevoli (…)"
p. 106
" (…) (Janna a Maudie su Vera, ndr.) "Vera Rogers non deve occuparsi di una sola persona, le capita di averne anche dieci e più in un solo giorno, e poi passa ore al telefono a organizzare tutto (…)"
p. 109
" (…) L'ho vista, Vera Rogers, volare sul marciapiede tra un "caso" e l'altro, le braccia piene di pratiche e incartamenti, preoccupata, aggrondata, afflitta, e poi l'ho vista con uno dei suoi "casi", serena, sorridente, attenta, disponibile, come se non avesse altro da fare al mondo … e così è stata con me (Janna, ndr.), almeno durante quella prima visita (…)"
p. 135
L'analisi
Le relazioni fra le due figure delle assistenti sociali e la costellazione degli altri attori della vicenda sono concentrate nel triangolo Maudie-Janna-Hermione, Maudie-Janna-Vera, in cui il personaggio-narratore di Janna costituisce, da una parte, il trait d'union fra la professionista e l'utente, e dall'altra lo sguardo attraverso il quale queste relazioni vengono filtrate, analizzate e "narrativamente" confezionate allo scopo di offrire un quadro di come il welfare britannico risponde ai bisogni delle persone anziane sole. La narrazione in prima persona facilita la sovrapposizione del punto di vista di chi racconta con quello del lettore. Impossibile, quindi, per il lettore non provare una lieve antipatia per Hermione, donna piacente, glamour, apparentemente accondiscendente con gli utenti, ma mai veramente attenta alle loro esigenze. L'operatrice sociale che preferisce non ammettere che le persone anziane possono essere detestabili, ma contemporaneamente non si rapporta direttamente con loro, tende piuttosto a seguire tesi personali. Nel primo incontro con Janna, l'atteggiamento di complicità fra parigradi, la finta accondiscendenza verso Maudie, la burocrazia che trapela da un linguaggio sempre prontamente corretto, il cenno d'intesa con Janna, a cui vuole comunicare le proprie decisioni all'insaputa dell'anziana signora, sono gli elementi di una metodologia professionale che Jane Somers non condivide: attraverso le proprie riflessioni e alcuni perfidi dettagli sul personaggio lo comunica al lettore, il quale non può che essere d'accordo. Lo stesso meccanismo narrativo viene applicato alla presentazione dell'altra assistente sociale, Vera Rogers, ma per ottenere il risultato opposto. Janna e Hermione appartengono alla stessa classe sociale, vestono lo stesso stile, ma non potrebbero essere più diverse; specularmente, Janna e Vera appartengono a due mondi sociali diversi, ma senza dubbio l'intesa fra le due donne è maggiore, La natura del rapporto che lega Janna e Vera, la somiglianza delle due amiche sulle cose che, secondo chi racconta, contano il coinvolgimento dell'operatrice in un lavoro che sembra essere qualcosa di più di un compito ripetuto quotidianamente esprimono l'opinione della narratrice (autrice?) su un punto: la profonda solitudine che tocca le persone nella loro vecchiaia può essere lenita anche dall'incontro con professionisti che sanno entrare in empatia con le persone assistite, mettendosi in gioco. E anche in questo caso è difficile per il lettore non essere d'accordo.
Ipotesi di lettura
Le due assistenti sociali di cui si parla nel romanzo esplicitano due diversi modelli dell'intervento sociale con le persone anziane del welfare britannico anni dei primi anni '80. Come si è già visto nel corso delle precedenti tracce di lettura la narratrice delinea due personaggi antitetici, Hermione e Vera, verso i quali l'atteggiamento non è imparziale: la prima incarna il volto più efficientista - risposta rapida nell'affrontare le difficoltà, scarso approfondimento del merito - e burocratico: il linguaggio, gli oggetti che porta con sé, cartelline con i documenti, liste. La seconda incarna la disponibilità verso gli altri - il primo punto in cui compare nel testo è "ripresa" mentre chiacchiera per strada con le vecchiette - e la capacità di mettersi in gioco. E' emblematico il punto in cui ridiscute il diritto di ricevere i pasti a domicilio: le regole non li prevederebbero, ma se è necessario si farà il possibile per farli ottenere. Vera mostra insofferenza per gli incartamenti, la vita d'ufficio e le riunioni. Il suo principio è: lavoro a contatto con l'utenza, nel territorio; sono inutili, i discorsi. Nella vicenda la protagonista Janna ha rapporti di contrapposizione conflittuale con Hermione Whitfield: le loro conversazioni sono per lo più una contesa sui principi (in un punto della narrazione, Janna parla di conflitto sull'autorità); mentre quella con Vera - a cui è dedicato spazio più ampio nel romanzo - è una relazione di amicizia e di condivisione, con qualche spazio per lo scambio di opinioni e il racconto di alcune vicende personali. Più in generale, i due personaggi non sono mai rappresentati nel contesto della loro vita privata: esistono in quanto professioniste, colte nell'agire professionale, anche se mai nelle relazioni con i colleghi, di cui non si conosce nulla. Complessivamente si riconoscono due modelli noti. Rispetto all'approccio alla professione, il lettore riconosce in Hermione la professionista che svolge il proprio lavoro, senza particolare coinvolgimento, né particolare motivazione, relativamente ligia a ciò che la regola impone. Ogni elemento narrativo riferito a questo personaggio è funzionale a questo risultato (aspetto fisico, linguaggio, atteggiamento verso l'utenza, capacità di relazione con la rete di legami dell'utenza ecc.). Con il personaggio di Vera si costruisce invece il modello dell'operatrice giovane e motivata, un po' sciatta, quasi sempre sorridente, che tiene in massimo conto le richieste dell'utenza, che ha perso la fiducia nella riflessione sulla professione, tesa piuttosto verso l'azione concreta. Sono entrambe personaggi a tutto tondo. Riconoscibili secondo tipologie, letterarie e cinematografiche, ben note e riconducibili, almeno per gli aspetti più salienti della loro attività, la prima, a un modello di professionalità burocrate, efficiente, ma distaccata; la seconda a un'operatività meno ligia alle regole, più vicina al caso, incline al coinvolgimento nella fino quasi alla dimenticanza di sé. Rappresentano l'intervento sociale pubblico, e come spesso succede nelle rappresentazioni del lavoro sociale, agiscono come se l'intero lavoro fosse sulle loro spalle. Poco spazio, infatti, è destinato all'équipe di lavoro nella quale potrebbero essere inserite: non vi si fa alcun riferimento, nel caso di Hermione; se ne parla in senso negativo, per quanto riguarda il gruppo di lavoro di Vera, che pare aver cristallizzato la propria attività in infinite riunioni senza significato. Non mancano i colloqui e le visite domiciliari presso gli utenti, nonché i riferimenti all'attivazione di risorse e aiuti che fanno parte delle reti di relazioni personali dell'utenza. In definiva, il contesto professionale risulta credibile.
Rinvii
Racconti e rappresentazioni
Quali continuità e discrepanze tra i personaggi di Hermione e Vera e l'assistente sociale raccontato da "Turisti per caso?"
Individua gli elementi che accomunano maggiormente i due tipi raccontati da Doris Lessing con i due creati da Tavernier: come organizzeresti le coppie? O meglio, chi si accompagna meglio con chi?
Coni d'ombra
Valuta e problematizza le azioni delle due assistenti sociali sulla base delle indicazioni riferite al lavoro di rete
Verifica in quali momenti del testo emerge meglio il concetto di organizzazione così come qui descritto