Cosa fa l'assistente sociale
I processi e i saperi forti che l'Assistente sociale - per statuto, ruolo e formazione - deve attivare per raggiungere gli obiettivi di contenimento del disagio individuale e sociale, passano attraverso un notevole lavoro di formazione, analisi e progettazione. E' un lavoro capillare di contatto tra le realtà del territorio, di rete con gli attori sociali e di studio dei bisogni reali. Un lavoro dai contorni variabili in cui il "buon mestiere" che sta dietro la conduzione di un colloquio si deve combinare con le attitudini organizzative, con la corretta interpretazione dei dati ambientali, con le capacità d'interazione di fronte ai policy makers. E' "il dietro le quinte" di cui si è detto, la cui visione d'insieme può contribuire a restituire complessità al mestiere.
E' il cosa fa che non appare, o appare meno, o si colloca, appunto, in coni d'ombra. E che spesso si ritrova raccontato solo nei verbali delle procedure o nelle stesure dei progetti. Le schede di seguito riportate contengono, a titolo esemplificativo, un accenno a quelle complessità e puntano a evidenziare proprio gli aspetti meno visibili della professione: dalla progettazione all'esecuzione dell'intervento, dalla lettura del contesto al lavoro di rete. A tale scopo sono state individuate tre sezioni: la prima è relativa al lavoro sociale sul "Territorio", la seconda è centrata sulle caratteristiche del lavoro di "Progetto" mentre l'ultima punta a evidenziare le difficoltà attuative di alcune delle "Modalità di intervento" che l'assistente sociale ha a disposizione per operare. Ogni scheda è articolata in quattro punti riguardanti i presupposti teorici dell'azione, gli obiettivi a cui mira, i metodi attraverso cui è perseguita e i principali nodi critici derivanti dalla sua applicazione.
Come in altri documenti del cd-rom, le schede contengono rinvii a descrizioni e rappresentazioni e a elementi connessi al tema, già individuati in altre aree ("Racconti e rappresentazioni", "La nostra offerta formativa", ma anche segmenti interni a "Coni d'ombra"). Questo da un lato rende possibile confrontare diversi tipi di rappresentazioni del lavoro sociale (quella mediatica, quella teorica, quella concreta del fare qui e ora) in modo da poter stimolare una riflessione; dall'altro, contribuisce a mettere meglio a fuoco quegli aspetti del mestiere che la messa in scena (o in pagina) lascia un po' in ombra o rifrange nel dispiegarsi della rappresentazione.